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Il significato della Comunione: il dogma della transustanziazione

Il significato della Comunione: il dogma della transustanziazione
By Redazione 5 years ago 1338 Views No comments

"Poiché il Cristo, nostro Redentore, ha detto che ciò che offriva sotto la specie del pane era veramente il suo Corpo, nella Chiesa di Dio vi fu sempre la convinzione, e questo santo Concilio lo dichiara ora di nuovo, che con la consacrazione del pane e del vino si opera la conversione di tutta la sostanza del pane nella sostanza del Corpo del Cristo, nostro Signore, e di tutta la sostanza del vino nella sostanza del suo Sangue. Questa conversione, quindi, in modo conveniente e appropriato è chiamata dalla santa Chiesa cattolica transustanziazione”.

È riassunto con queste parole, durante il Concilio di Trento (1545-1547, 1551-1552 e 1562-1563), il dogma cristiano della transustanziazione, il “passaggio da una sostanza all’altra” dell’essenza del Cristo al pane e al vino, che ogni giorno si ripete nel corso della messa per intercessione del celebrante. Il termine “transustanziazione” fu coniato già nel Medioevo quando cominciarono a diffondersi i primi dibattiti e approfondimenti sul dogma e sulla sua essenza, fino a giungere alla professione di fede nella vera trasformazione sostanziale del pane e del vino che Gregorio VII impose di pronunciare, nel 1073, a Berengario.

Nel corso dei secoli, il dogma fu al centro di accesi dibattiti tra chi ne sottolineava il carattere sostanziale, chi addirittura arrivava a negarlo totalmente arrivando a parlare di “transustanziazione simbolica”. Così, l’evoluzione della dottrina ha portato ad un’evoluzione concettuale sulla transustanziazione: in tempi recenti, dell’argomento se ne occuparono i Papi Pio VI, Pio XII e Paolo VI. Quest’ultimo, con l'enciclica Mysterium fidei (3 settembre 1965) ha riaffermato la dottrina cattolica della transustanziazione ripartendo dall'affermazione del Concilio di Trento pur adeguandola all’attualità e a secoli di dibattito. Oggi, quindi, il termine transustanziazione è ancora insostituibile per gdescrivere la presenza reale di Cristo nell'Eucaristia ma deve riconoscersi la legittimità di una terminologia complementare e illuminante, come viene proposta della teologia odierna che usa i termini “transignificazione” (cambiamento del significato) e “transfinalizzazione” (cambiamento di destinazione), che completano la terminologia classica.


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